Edificato in età tiberiana nell’ambito del programma di monumentalizzazione del centro cittadino il complesso santuariale del Tempio-Criptoportico si affaccia sul tracciato urbano della Salaria Gallica prospettando con grande effetto scenografico su tutti gli edifici dell’area forense.
Incentrato sul fulcro architettonico rappresentato dal tempio dedicato alla Salus Augusta, divinità protettrice della famiglia imperiale, tutto il complesso era probabilmente destinato al culto imperiale, decretato e promosso da Tiberio, successore di Augusto.
Il complesso si sviluppa al di sopra di un portico a forma di U, coperto, che grazie a riporti artificiali di terreno, formava una piattaforma. Ancora oggi discusse le modalità di accesso probabilmente raggiungibile attraverso scalinate poggiate su due avancorpi laterali. Al di sopra di questa il tempio su alto podio e con scalinata centrale si sviluppava, rivolto ad Ovest, con una pianta rettangolare di circa 16 x 30m suddivisa al suo interno in un profondo pronao e in un’ampia cella quadrangolare absidata e presentava sei colonne di ordine corinzio in facciata e tre sui lati del pronao.
A racchiudere l’edificio di culto su tre lati una monumentale struttura composta di tre gallerie articolate su due piani di cui oggi sono visibili solo i resti del piano parzialmente interrato sotto la piattaforma da cui l’intero complesso ha preso appunto il nome di Criptoportico. Il Criptoprortico era interamente percorribile grazie alla presenza di un corridoio voltato sul lato Ovest che, oltre a fungere da sostegno strutturale della soprastante piattaforma, consentiva il collegamento dei bracci meridionale e settentrionale del complesso. Al suo interno ciascuna galleria era divisa in due navate da una serie di pilastri sui quali si impostavano arcate a tutto sesto. Oggi le arcate, crollate a seguito di un terremoto che in età tardo antica ha determinato il definitivo abbandono del complesso, sono ancora visibili nel braccio Sud della galleria seminterrata. Un solaio ligneo piano fungeva da copertura della galleria e su di esso poggiavano le lastre pavimentali del portico superiore. Di questo rimangono oggi solo poche tracce costituite da quanto rimane degli elementi di copertura del tetto, delle decorazioni architettoniche e degli intonaci dipinti. Sappiamo tuttavia che il suo muro esterno, probabilmente continuo doveva essere decorato da pitture analoghe a quelle del piano inferiore mentre un portico con colonne in laterizio intonacate si affacciava verso il Tempio. Il portico doveva essere coperto da un tetto a trabeazione lignea, decorato tutt’intorno da antefisse in terracotta con protomi umane, palmette, vittorie rinvenute nel corso delle indagini archeologiche.
Rimangono ancora oggi nelle gallerie seminterrate notevoli resti delle pitture su intonaco che decoravano i muri dell’intero complesso secondo un programma figurativo unitario dal forte valore politico e celebrativo chiaramente teso all’esaltazione della vittoria imperiale: al di sopra di uno zoccolo a fondo nero decorato da maschere, una fascia mediana di pannelli a fondo rosso presenta il susseguirsi di trofei militari divisi da fasce decorate. Questa fascia era racchiusa superiormente da un fregio di riquadri a fondo bianco alternati a maschere lunari ed aironi su fondo rispettivamente nero e rosso. Quest’ultimo, che si compone di un’alternanza di due cartelli corti separati tra loro da una zona verticale gialla tra due fasce verdi, presenta una serie di quadri figurati a soggetto animalistico con scene di caccia. Il ciclo pittorico stilisticamente inquadrabile nell’ambito del III stile pompeiano evoluto è databile tra il 40 e il 50 d.C.
The Temple-Cryptoporticus Complex
Built in the Tiberian era in the context of the addition of monumental buildings to the town, the Temple-Cryptoporticus sanctuary complex overlooks the urban segment of the Via Salaria Gallica dominating, to highly scenographic effect, all the forum area’s buildings.
Centred on the architectural fulcrum of the temple devoted to Salus Augusta, the divinity who protected the imperial family, the complex as a whole probably served the empire’s religious functions, as decreed and promoted by Tiberius, Augustus’s successor.
The complex develops above a U-shaped portico with artificial land terraces forming a platform. Access to the site is still the subject of discussion and probably took place on steps resting on two lateral avant corps. Above this the temple rested on a high platform with a central flight of steps, facing westwards, with a rectangular 16 x 30m approx. plan subdivided internally into a deep pronaos and a large apsed quadrangular space with six Corinthian columns on the facade and three on the sides of the pronaos.
Closing off this religious building on three sides was a monumental structure made up of three galleries built on two levels of which only the partially underground level underneath the whole building has survived and after which it was named cryptoporticus. It was possible to walk along the whole cryptoporticus as there was a west facing corridor which supported the platform above it structurally and linked up the southern and northern wings of the complex. Inside, each gallery was subdivided into two naves by a series of columns on which round arches were built. Having fallen down after a series of earthquakes which led to the definitive abandonment of the whole complex in late antiquity, today the arches are still visible in the south wing of the partially underground gallery. The gallery had a wooden roof which supported the floor slabs of the upper portico. Only a few traces of this remain made up of elements of the roof, architectural decorations and painted plaster. We do, however, know that the outer wall was probably decorated all the way along with paintings similar to those on the lower floor while a portico in plastered brick faced the temple. The portico must have been roofed over by a wooden entablature roof decorated all around by a terracotta antefix with human protomes, palms and victories which were unearthed in archaeological excavations.
Significant remains of plaster painting has survived in the partially underground galleries which decorated the walls of the whole complex in accordance with a unitary figurative plan of powerful political and celebrational value clearly designed to exalt imperial victories. Above a plinth whose black background was decorated with masks was a mid-level strip of red panels presenting a sequence of military trophies divided up by decorated strips. This strip was closed off above by a frieze of squares with a white background alternating with lunar masks and herons against black and red backgrounds respectively. This latter - made up of two short panels separated one from the other by a vertical yellow area between two green strips - features a series of animalist figurated paintings showing hunting scenes. Stylistically this painting cycle is datable to the 3rd Pompeian style from 40 to 50 AD.